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Presentazione Libro Bianco dei Giochi Pubblici, Acadi punta su due principi: “Mantenimento offerta adeguata e salvaguardia operatività aziende concessionarie”. Angelozzi: “Ridurre numero Awp”

 

Un’analisi dell’andamento del mercato dei giochi, nonché della dinamica del gioco illegale e dei rischi ad esso legati, costituiti dal cosiddetto gioco d’azzardo patologico e dalla fruizione da parte dei minori.

 

 

 

E’ in corso a Roma, presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca Spadolini, la presentazione da parte di Acadi del Libro Bianco dei Giochi Pubblici, incontro moderato da Federico De Rosa, giornalista economico de Il Corriere della Sera.

 

Il libro rappresenta la visione di Acadi “per l’individuazione di soluzioni per l’evoluzione del modello di gestione dei giochi legali, che contemperino concretamente gli interessi pubblici con gli interessi privati degli operatori coinvolti nel processo di offerta”. Acadi “ritiene legittimamente di dover affermare che ogni ulteriore evoluzione regolatoria debba essere improntata tenendo conto della centralità del ruolo dei concessionari. In tale logica intendiamo richiamare due principi che riteniamo coerentemente – prima ancora che giuridicamente – imprescindibili per il perseguimento degli obiettivo di evoluzione della regolazione nei giochi pubblici: principi che sono già nell’ordinamento italiano in materia di giochi in denaro regolati dallo Stato e che concretizzano frequentemente anche gli indirizzi dell’ordinamento della UE in materia di attività d’impresa e di contemperamento dell’attività stessa con i diversi interessi pubblici. I principi sono: il mantenimento di una capacità di offerta di gioco adeguata alla domanda di mercato, in un quadro giuridico unico nell’ordinamento nazionale, orientato (per quanto riguarda gli impatti sociali) alla prevenzione dei rischi e non alla proibizione dell’attività di gioco; la salvaguardia dell’operatività delle aziende concessionarie quali organi centrali del sistema di gestione pubblica dell’offerta, attraverso l’affidamento ad esse dello sviluppo di ulteriori soluzioni tecnologiche di rete a tutela dei differenti interessi pubblici”.

 

“Abbiamo sentito il bisogno di dare un contributo al dibattito in atto sul riordino dei giochi pubblici – ha spiegato il presidente Guglielmo Angelozzi -. Questo è un libro che copre vari aspetti del comparto e del mercato. Una delle parti più qualificanti è il set delle proposte elaborate. I tre cardini sono stati la sostenibilità sociale, la tenuta delle entrate erariali e la stabilità delle imprese. La maggior parte degli interventi fino ad ora si sono concentrati sulla massimizzazione delle entrate erariali, regole a tutela dei giocatori e contrasto al gioco patologico, oltre ad altre azioni già realizzate. Gli interventi su cui si sta lavorando adesso riguardano invece altri punti. Uno di questi è la riduzione del numero delle Awp. Ci auguriamo che si parta quanto prima con questo progetto – ha affermato Angelozzi -, la nostra posizione è del tutto coerente con gli obiettivi del legislatore”.

 

Altro punto è la modifica tecnologica degli apparecchi. “Per ora non abbiamo ancora formulato una proposta precisa. Sono diverse le soluzioni possibili”. Quindi la gara scommesse. “Questa è l’occasione per fare chiarezza su una situazione ‘spuria'”. Poi c’è la questione dell’assetto distributivo che passa per l’accordo Stato-Regioni. “A nostro avviso l’applicazione delle distanze dai luoghi sensibili e i limiti orari da soli non garantiscono una reale tutela dei giocatori. Se invece è un modo per adottare una posizione proibizionistica allora il discorso cambia totalmente. Ma se il tema è il proibizionismo tanto vale dirlo chiaramente. Il concetto di base è quello della sicurezza passiva rispetto ad una sicurezza proattiva. Il tema chiave del nostro lavoro – ha proseguito il presidente di Acadi – è la certificazione dei luoghi di gioco, che garantisca rispetto alla capacità organizzativa del punto di gioco per evitare e impedire l’accesso dei minori. Bisogna poi lavorare su soluzioni che rendano possibile un accesso mediato al gioco e questo passa per una responsabilizzazione dell’esercente. La sicurezza non basta, bisogna anche ridurre il numero degli apparecchi”.

 

“Ci sono delle gare in scadenza – ha concluso – è necessaria certezza normativa. Le scommesse sono un settore a rischio di illegalità, la gara e il suo espletamento sono una garanzia anche per gli operatori”.

 

Proposta contingentamento Acadi

 

Quadro posizione Acadi

 

“Venendo al merito dell’intesa da consolidare in sede di Conferenza unificata – scrive Acadi – il tema più rilevante (tra gli indirizzi indicati dalla Legge di Stabilità per il 2016), riguarda l’evoluzione e il nuovo assetto della rete distributiva del gioco pubblico, che saranno recepiti in un decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentite le Commissioni parlamentari competenti”. Relativamente ai temi oggetto delle intese, Acadi ribadisce “la stretta funzionalità di quanto disposto con riferimento all’evoluzione tecnologica degli apparecchi Awp, i quali dovranno consentire il gioco pubblico da ambiente remoto e ridursi complessivamente di numero in misura non inferiore al 30% delle autorizzazioni rilasciate al 31 luglio 2015, da effettuarsi, secondo il calendario indicato, entro il 31 dicembtre 2019 (art. 1, comma 943).

 

Secondo Acadi “alcune tipologie merceologiche di esercizi non risultano idonee ad offrire gioco attraverso Awp. Si tratta di tipologie merceologiche inizialmente introdotte nei provvedimenti amministrativi di regolamentazione della rete distributiva Awp, ma nelle quali non solo non è rilevabile oggi una significativa domanda di gioco rispetto al totale della domanda, ma soprattutto non sono sviluppabili – alla luce dell’esperienza recente – adeguate condizioni di controllo”. A parere di Acadi sono inoltre da aggiungere alle categorie di esercizi nei quali disporre il divieto di commercializzazione di giochi pubblici “anche i bar e le tabaccherie-ricevitorie con dimensione inferiore ai 20 mq. Le possibilità di offerta di gioco attraverso apparecchi da intrattenimento presso esercizi di dimensioni ridotte (e nei quali l’attività di gioco non costituisce l’attività principale) hanno condotto ad una presenza di apparecchi eccessiva rispetto alla loro superficie. Tali condizioni, non consentendo di distinguere tra l’attività principale e le attività di gioco, possono favorire l’innesco di potenziali fenomeni di induzione al consumo di gioco, di particolare rischio per i minori, ai quali è opportuno rispondere attraverso il divieto di installazione presso esercizi con superficie ridotta. Per quanto riguarda i criteri per la distribuzione territoriale dei punti vendita, è sostenuta (relativamente agli apparecchi da intrattenimento) una proposta finalizzata alla modifica delle caratteristiche dell’attuale composizione (combinazione tra tipologie di esercizi e quantità degli apparecchi offerti) della rete degli apparecchi da intrattenimento Awp. In particolare, è proposta la riduzione del numero massimo di apparecchi autorizzabile negli esercizi non specializzati e delle categorie merceologiche di esercizi ammesse all’offerta di gioco tramite apparecchi. La proposta intende garantire comunque la presenza di un numero di punti vendita di offerta del gioco legale sul territorio adeguato ad assicurare il numero di installazioni degli apparecchi previste nella misura di 265000 al 1° gennaio 2020 (già prescritta, con riguardo agli apparecchi di nuova generazione, dalla Legge di Stabilità 2016, all’art. 1, comma 943).

 

La misura è concretizzabile nell’ambito delle intese da raggiungere in sede di Conferenza unificata tra Stato e Autonomie locali ed ha lo scopo di mantenere un’adeguata distribuzione del gioco pubblico nei punti non specializzati, per evitarne la sottrazione da parte del gioco illegale e quindi assicurare la sicurezza e la fede pubblica, contribuendo nel contempo alla graduale riduzione dell’offerta tramite Awp. La scelta di riorganizzare, nel numero degli apparecchi e nel numero e nella tipologia di esercizi, l’offerta di apparecchi da intrattenimento Awp dai punti non specializzati più diffusi e di eliminarla in quelli di piccole dimensioni si fonda sull’esigenza di un contrasto attivo al gioco illegale, garantita dal mantenimento di opportunità di ricavo per tali esercizi non specializzati (che altrimenti, come dimostra l’esperienza recente, potrebbero ricorrere all’offerta illegale).