Camera dei Deputati, interrogazione in Aula sul decreto di regolamentazione delle pubblicità del gioco

(Jamma) – Oggi pomeriggio in Aula alla Camera è in programma la discussione sulle Interrogazioni Audiovisivi e giochi. I deputati Binetti (M-UDIC), Buttiglione, Cera e De Mita hanno presentato interrogazione sulla pubblicità per i giochi  al Ministro dell’Economia e delle Finanze.

 

I deputati chiedono di sapere – premesso che:
la legge di stabilità per il 2016 ha vietato dalle 7 alle 22 qualsiasi spot sul gioco d’azzardo sulle televisioni commerciali di natura generalista, ma il decreto attuativo previsto per rendere effettiva la norma e stabilire le relative sanzioni non è ancora arrivato;
l’opinione pubblica si chiede che fine abbia il divieto e il relativo decreto attuativo che il Ministero dell’economia e delle finanze – di concerto con il Ministero della salute e sentita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – avrebbe dovuto predisporre e adottare entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità per il 2016 per dare concretezza al divieto – parziale – di pubblicità su cui il Governo si è formalmente impegnato;
non è stato neanche emanato un secondo decreto, il comma 939 dell’articolo 1 della legge di stabilità per il 2016 prevede esplicitamente il divieto di pubblicità di giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni radiofoniche e televisive generaliste, dalle ore 7 alle ore 22 di ogni giorno;
è una storia che si ripete, già vista al tempo del dibattito sulla legge n. 23 del 2014, la «legge delega fiscale», quando, in fase di emanazione dei decreti legislativi, si doveva introdurre il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, ma non se ne fece nulla;
stando alle ultime rilevazioni, quasi tutti gli operatori di settore sembrano propensi a accettare un divieto totale di pubblicità sui media generalisti, infatti hanno già applicato il divieto degli spot in fascia protetta;
non si capisce come mai tanto attendismo da parte del Governo e, in particolare, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze;
il sospetto è che non siano gli operatori del settore del gioco pubblico a porre limiti ma siano proprio le tv generaliste e i rispettivi editori a non voler compromettere i propri incassi, soprattutto in occasioni come la vigilia dei campionati di calcio estivi quando, a margine delle trasmissioni, si apre un grande spazio per gli investimenti da parte di società di scommesse online. Inoltre si afferma che le trasmissioni sportive verranno escluse dal divieto;
in sostanza del divieto di pubblicità del gioco d’azzardo non si ha traccia, dal momento che manca il decreto attuativo –:
quando verrà emanato il decreto attuativo che impone uno «stop» reale alle pubblicità nelle fasce orarie protette delle televisioni e delle radio generaliste e se tale tutela coprirà anche le trasmissioni sportive e quelle a più alto indice di audience.